logo

                      Associazione Culturale
                              "PIETRA CAGNOLA"    
&
Atelier Culturale
"Il Tesoro nel pozzo"


Via Roma 55/57  - COCCONATO
tel. 331.1296710

  EVENTI - FORMAZIONE - CONFRONTO

logo atelier                                                           
 

Genitori & Figli

COMPRENDERE I NOSTRI FIGLI…PER AIUTARLI A CRESCERE

percorso di supporto ai genitori in 3 momenti:

·       incontri in gruppo

             3° Incontro Venerdì 20 Gennaio 2012


Condotto da Elena Palladino (psicologa-psicoterapeuta)

IL BAMBINO E IL CIBO

 

Il cibo è un elemento centrale nella vita di ciascuno di noi, in qualche modo siamo ciò che mangiamo e come mangiamo. Proprio per questo nel gruppo siamo partiti da due interrogativi. Da una parte ci siamo tuffati nel passato per riportare nel presente come ciascuno di noi viveva l’alimentazione quando era bambino e dall’altra parte ci siamo soffermati ad osservare quale rapporto i nostri figli (allievi) hanno con il cibo e che cosa ciò suscita in noi in termini di riflessioni, emozioni, reazioni…

Il cibo è spesso una figura centrale nel rapporto tra genitori e figli. Da una parte bambini che mangiano poco (o mangiano troppo), bambini che hanno un’alimentazione iperselettiva; dall’altra parte genitori che presi dalla preoccupazione cercano soluzioni per correggere ciò che rappresenta una deviazione dal modo corretto di alimentarsi (es. l’importanza di mangiare frutta e verdura). L’alimentazione è un tema caro ai genitori e di questo presto ne diventano presto consapevoli anche i bambini che la utilizzano per mandare messaggi (es. sono arrabbiato con te: quindi non mangio). Ecco allora che l’alimentazione scivola nello sfondo e ciò che diventa pregnante è una relazione di forza che si instaura tra il bambino e il genitore.

A partire da una certa età (tra i due e i tre anni) i bambini iniziano a diventare molto selettivi rispetto a ciò che mangiano (alcuni cibi che prima adoravano vengono rifiutati oppure ciò che oggi è adorato, domani viene considerato con disprezzo). Tutto ciò destabilizza il genitore che si trova di fronte ad un categorico no del figlio. Può dire “La verdura fa bene, quindi devi mangiarla”, ma questa è un’argomentazione di poco interesse per il bambino. Le punizioni spesso non servono a nulla. Tale selettività rappresenta in realtà un modo nuovo che il bambino ha di approcciare il mondo. Intorno a questa fascia di età il bambino consolida la sua identità (io separato dal mondo, io che ho delle mie idee, dei miei desideri che esprimo con forza). Tutto ciò ha delle ripercussioni in tutti gli ambiti della vita. E’ in questo periodo che sono molto frequenti i NO, i rifiuti, i cambi di opinione repentini. Rispetto all’alimentazione diventa importante per il bambino poter rifiutare.

Nel gruppo abbiamo provato a pensare strategie alternative (strategie utilizzate già da alcuni partecipanti con i propri figli) per poter dar valore al bisogno del genitore (importante avere un’alimentazione sana ed equilibrata) e al bisogno del figlio (essere selettivo, fare esperienza nel dire “no non mi va”). Ecco alcune delle possibilità emerse:

-   mettere al bambino la regola di assaggiare, ma anche dargli la possibilità di sputare;

-         dargli la possibilità di dire no, facendogli toccare la conseguenza (es. saltare il pasto). Dare sempre tante alternative non consente al bambino di fare esperienza del limite. Soprattutto quando le alternative rappresentano le cosiddette “schifezze”.

-         Raggiungere compromessi per non arrivare ad un rapporto di forza che non serve a nessuno. Es. offrire la verdura passata se il bambino rifiuta i pezzi.

-         Coinvolgere il bambino in cucina. E’ più facile mangiare ciò che si è cucinato (questo è soprattutto utile quanto più il bambino è grande)

-         Giocare con il cibo, per esempio presentando la verdura in composizioni buffe. Alcuni giornaletti per bambini sono pieni di idee in proposito

-         Quanto più è piccolo il bambino tanto più si può avere fiducia della sua capacità di autoregolarsi. Un bambino in una condizione di vita serena e senza turbamenti non si lascia morire di fame.

La selettività tende a sparire con il crescere del bambino, con il suo acquisire fiducia nel mondo, fiducia per il non conosciuto. Spesso infatti la resistenza rispetto al cibo nuovo presentato in un modo non conosciuto la si può ritrovare anche in altri ambiti di vita.


         al prossimo incontro...