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                                                                  idea:  L’autostima 

  Cos’è.

Fondamentalmente è il giudizio che noi – più o meno consciamente – diamo di noi stessi. Ma è anche l’assenza (o meglio la scarsezza) del senso di colpa inteso come paura di non valere agli occhi degli altri, di essere inadeguato e di essere considerato con ostilità.

Le varie definizioni o sinonimi che si possono attribuire sono però anche correlate con le diverse fasi della vita e anche del sesso: così in età evolutiva si potrà parlare di senso di autonomia mentre in quella adulta si parlerà di autorevolezza ( come percezione del proprio grado di prestigio, considerazione, credibilità, competenza) e nella maturità si potrà parlare autorealizzazione (come senso di bilancio positivo)

 importanza

  Si arriva ad affermare  che “non c’è giudizio più importante per noi di quello che diamo di noi stessi proprio perché in una scarsa autostima risiede la radice di molti problemi psicologici, dall’ansia alla depressione, dall’incapacità di affermarsi professionalmente alle difficoltà relazionali.

La mancanza di autostima (senso di inadeguatezza - disistima) fa soffrire tutti -  in misura maggiore o accettabile –quando è forte e permanente esso costituisce il nucleo delle nevrosi

Va inoltre detto che il sentimento di autostima è il prodotto di due fattori fondamentali: la percezione (o giudizio) che abbiamo di noi stessi e l’immagine del nostro Sé ideale; in altre parole: tanto più grande è il divario tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere tanto più basso è il nostro livello di autostima. In questo sta la constatazione che i livelli di autostima variano da persona a persona.

  cause

La coscienza di sé si costruisce nel corso della vita, ed è il prodotto di molteplici fattori interconnessi.

Quando si prova questa sensazione (di non valere) vuol dire che agiscono ricordi emotivi di ferite che ha subito la nostra autostima durante l’infanzia, soprattutto per l’inadeguatezza psicofisica  rispetto agli adulti  coi quali convivevamo e ci confrontavamo. Spesso questo tipo di sentimento nasce in famiglia, nell’infanzia, interiorizzando le figure d’autorità  che il bambino incontra (genitore, insegnante, sacerdote) Quando il giudizio interno risulta essere tendenzialmente svalutante e perfezionista (le due anime dell’autostima) è spesso correlato ad una esperienza infantile in cui le aspettative dei genitori, elevate o irrealistiche, hanno generato nel figlio vissuti di mancata accettazione della propria natura, che nell’adulto si traduce nella sensazione suddetta.

Ma fra i molteplici fattori ci sono anche altri episodi dell’infanzia (che avrebbero potuto essere evitati) come abbandoni, ritiri di affetto, ingiustizie, critiche malevoli, ferite all’amor proprio.

Le ragioni di tale angoscia risiedono nell’inconscio. Si dice che la nostra specie, a differenza di quasi tutte le altre, fa nascere cuccioli inadatti alla sopravvivenza autonoma. Della Seta pensa che, insieme a molti altri fenomeni, accada anche che un bambino si specchi a lungo negli occhi e nei comportamenti degli adulti e così, gradatamente “si accorga” si “renda conto” “capisca” che è necessario  “comportarsi bene”, “piacere a loro” per avere cibo, calore e carezze (in altre parole essere amati e stimati) E’ probabilmente in questa fase della vita che si forma il nesso indissolubile, il sentimento, l’emozione, l’idea che ciò che gli altri pensano di noi faccia parte integrante della sopravvivenza.

Un capitolo a sé meriterebbero le aspettative, gli obiettivi che ci diamo (io però non li confonderei con i sogni che ognuno ha e deve avere nel proprio cassetto) sono i traguardi – più o meno realistici e concreti – che ci diamo. Da questi dipende sì la molla energetica, ma anche situazioni di disistima e frustrazione.

Un esempio molto attuale è quello di genitori che portano i propri figli alle scuole di calcio non per farli divertire ma nella concreta aspettativa che diventino dei futuri Pelè/Maradona

 

 come alimentarla

Nel mondo d’oggi - caotico e competitivo,dove il confronto con gli altri(causa anche del progredire della tecnologia che ci offre stimoli sempre nuovi e bisogni sempre diversi) rischia di farci sentire continuamente inadeguati - il raggiungimento del benessere personale non meno che del successo professionale, dipende in larga parte dal nostro livello di autostima e dalla nostra capacità di alimentarla.

Frasi però come quella (da ripetersi) IO VALGO – IO MERITO – CREDO NELLE MIE CAPACITA’
frasi vuote che sovente non  producono gli effetti desiderati

Si consigliano alcuni passaggi.

 -Conoscere se stessi.(Il vecchio detto è sempre d’attualità) conoscere le proprie abilità ma anche le imperfezioni, le fragilità, la propria natura

 -Accettare se stessi nella propria totalità

“Proporsi l’ideale di prendere solo il meglio (di se stessi) senza l’imperfezione è come cercare di evitare la sinistra volgendosi sempre a destra: si è costretti a girare continuamente senza progredire”

 -Comprensione empatica delle proprie e delle altrui debolezze. QUESTO E’ IL BELLO DELLA VITA!

Guardiamo con piacere alla cosiddetta Biodiversità con le sue infinite specie di fiori, piante, animali e perché – in questo piacere – non vi includiamo l’essere umano, la EGODIVERSITA’ ? In ognuno c’è qualcosa di prezioso che non c’è in nessun altro!

Riconoscere la natura  della propria e altrui unicità (almeno finchè non saremo clonati) permette una consapevolezza più ampia delle relazioni. Questa abilità emotiva ci consente di uscire dalla rigidità interpretativa dei giudizi di valore (legati al successo) e ci apre all’esperienza del perdono.

 -Elogio dell’imperfezione E’ anche il titolo – d’accordo – di un libro di Rita Levi Montalcini ma qui intendo anche tutto ciò che rappresenta il contrario di quei miti che la società moderna – attraverso i media – ci  propone: fisici perfetti, auto stupende, vacanze da sogno,gente ricca e realizzata in TV… insomma i cosiddetti miti dell’apparire.

Alzi la mano chi, guardandosi allo specchio, non si è trovato almeno un difetto o chi, sfogliando una rivista patinata, non ha mai pensato di avere sbagliato pianeta…

E ancora, animali clonati, piante transgeniche, cyber-insetti e, forse, uomini (e donne) bionici.

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